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MARANGONI O., LONGO L. Lasers in Phlebology. Ed Goliardica. Trieste 2007.

RIASSUNTO

Uno degli ultimi ritrovati tecnologici per il trattamento endovascolare delle varici, oggi in continua evoluzione, che permette di evitare l’intervento chirurgico o ridurlo ai minimi termini. Si esegue introducendo una sonda (fibra ottica) attraverso puntura periferica, se ne segue il percorso con ecografia e si emette l’energia termica nel punto desiderato. La tecnica non è priva di complicazioni. La stabilità dei risultati nel tempo è ancora da verificare ed i costi sono molto più elevati rispetto ai metodi precedenti.

L.A.S.E.R. è un acronimo che significa:
Luce Amplificata e Stimolata Emessa come Radiazione.La luce attraversa una campo gassoso o elettromagnetico e diviene “monocromatica” ovvero caratterizzata da una singola lunghezza d’onda che ne determina il colore. Quando incontra un tessuto con colore “complementare” viene elettivamente assorbita e si trasforma in energia termica (calore). Ogni Laser emette una luce diversa e viene utilizzato per il trattamento di tessuti diversi.
Ad esempio un raggio verde come quello del Laser a Diodi da 808 nm. (misura delle lunghezza d’onda) viene assorbito quasi esclusivamente dal sangue e dalle proteine muscolari e trasmette il calore alla parete vasale e le lesioni interne prodotte danno inizio ad una serie di processi di cicatrizzazione.

Esistono vari tipi di laser che differiscono fra loro principalmente per la diversa lunghezza d’onda emessa. I laser proposti per impiego endovascolare hanno onde di lunghezza variabile da 532 a 1560 nm.
Il Laser a diodi da 1470 nm. di ultima generazione, trasmette il calore direttamente alla parete venosa, ne determina una immediata contrazione (con riduzione del calibro) e rende più immediati ed efficaci i processi di cicatrizzazione.

L’onda luminosa viene trasmessa ai tessuti attraverso fibre ottiche di diametro variabile da 0,2 a 1 mm. I Laser da 1470 nm. di ultima generazione trasmettono l’energia mediante fibre ottiche cosiddette “radiali”, ovvero circolarmente e direttamente sulla parete venosa interna. Tale lunghezza d’onda è assorbita prevalentemente dall’acqua e quindi dai tessuti della parete venosa.

Le fibre ottiche e la loro azione

La luce monocromatica condotta dalle fibre ottiche porta l’apice della fibra a700-1.000 C° ed al contatto con il sangue trasmette alla parete delle vene una temperatura leggermente inferiore ai 100 C°, provocando la coagulazione e la successiva cicatrizzazione delle strutture interne in un tempo variabile da 6 a 14 mesi. Le fibre ottiche vengono introdotte attraverso incisioni chirurgiche minime o per semplice puntura e guidate con controllo ecografico o con la transilluminazione (la luce emessa dall’apice della fibra ottica traspare attraverso la pelle) fino al limite del segmento da trattare.
E’ possibile oggi trattare la Vena Grande Safena la Vena Piccola Safena…ambulatoriamente, spesso in combinazione con piccoli interventi necessari per garantire la stabilità e la sicurezza dei risultati e senza praticare altre ferite chirurgiche, ma solo punture di ago.

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Le fibre ottiche vengono introdotte attraverso incisioni chirurgiche minime o per semplice puntura e guidate con controllo ecografico o con la transilluminazione (la luce emessa dall’apice della fibra ottica traspare attraverso la pelle) fino al limite del segmento da trattare.
E’ possibile oggi trattare le varici periferiche le vene perforanti ambulatoriamente, spesso in combinazione con piccoli interventi necessari per garantire la stabilità e la sicurezza dei risultati e senza praticare altre ferite chirurgiche, ma solo punture di ago.

Quando la punta della fibra ottica di un Laser da 808 nm. si trova a contatto con il colore rosso del sangue, la temperatura raggiunge gli 800°….ma quando si trova al di fuori dei vasi ed è a contatto con tessuti di colore chiaro, contenenti molta acqua, la temperatura non supera i 50-70° e diventa inattivo. (non provoca lesioni dei tessuti circostanti)
Questo tipo di laser endovenoso è particolarmente idoneo al trattamento di varici periferiche tortuose di calibro medio-piccolo (compreso fra i 2 ed i 6 mm.)

Sulla base di questi principi è possibile oggi trattare le varici periferiche e le vene perforanti di medio calibro, che, fino ad oggi, venivano eliminate soltanto con chirurgia mini-invasiva (della quale talvolta residuano molte piccole cicatrici) o con iniezioni sclerosanti
(in più sedute). Il trattamento con laser rappresenta oggi la
tecnica più veloce e completa. (Quando le tecniche sono
eseguite correttamente i risultati a lungo termine si equivalgono)

La scelta è basata soprattutto sulle indicazioni dello specialista, ma spesso può anche dipendere dalle preferenze del paziente.
E’ importante che lo specialista sia fornito della necessaria esperienza e della strumentazione adatta. Una scelta appropriata e la frequente combinazione delle varie tecniche oggi disponibili permettono di ottenere i migliori risultati.

La chirurgia maggiore delle vene deve essere accompagnata e seguita da una profilassi farmacologica, per evitare complicazioni come flebiti o trombosi delle vene sane, con anticoagulanti (Eparine, Profibrinolitici o simili)
Possono essere somministrati flebotropi per migliorare il tono venoso generale.

Tutta la chirurgia delle vene deve essere accompagnata e seguita dall’applicazione di elastocompressione con bende e calze per evitare o limitare le ecchimosi (lividi) e gli ematomi (raccolte di sangue nei tessuti) e per favorire la ripresa della corretta circolazione venosa.

LA RICERCA E L’ESPERIENZA INSEGNANO CHE…
Al di là delle competenze e preferenze di ogni singolo Operatore, quello che più conta è l’ottimizzazione e l’integrazione delle singole tecniche per conseguire il MIGLIORE RISULTATO
Nella maggior parte dei casi (ed allo stato delle attuali evidenze scientifiche e professionali) è opportuno impiegare più tecniche nello stesso caso per ridurre il trauma, le possibili complicazioni, accelerare e migliorare i risultati.