Fotografie tratte dal web: Sclerosi Multipla
GLI STUDI più significativi sulla malattia sono iniziati nel 1.800.
Si tratta di una degenerazione delle fibre nervose cerebrali e spinali causata da un processo di demielinizzazione. (La guaina mielinica dei nervi è un rivestimento “isolante” molto simile a quella dei cavi elettrici che garantisce il passaggio della corrente – Fig.1)
Al momento LA CAUSA principale di questa degenerazione sembra una malattia autoimmunitaria che provoca la formazione
di placche nel cervello e nel midollo spinale che riducono o interrompono la trasmissione nervosa (Un tempo era chiamata “sclerosi a placche – Fig.2). (Visitare il sito web: www.ms-info.net)
I SINTOMI sono di tipo sensitivo e/o motorio (se le fibre nervose colpite sono rispettivamente sensitive e/o motorie) e possono quindi produrre disfunzioni, limitazioni o perdita di sensibilità e movimento volontario in vari distretti del corpo, fino alla paralisi (generalmente parziale).
LA DIAGNOSI ha generalmente inizio con l’osservazione delle alterazioni nervose iniziali (sensitive e/o motorie, ad esempio formicolii spesso accompagnati da lievi difficoltà di movimento)
Le prime verifiche possono essere effettuate con esami funzionali ma la ricerca della causa si basa sullo studio del tessuto cerebrale e spinale con Risonanza Magnetica che dimostra la presenza delle placche degenerative (RM-Fig.4).
Al momento LE CURE sono soprattutto rivolte a combattere il disordine del sistema autoimmunitario, a ripristinare o proteggere con farmaci l’integrità e la funzione dei tessuti nervosi colpiti.
Più recentemente, ed attualmente ancora in fase di ricerca, sono in atto tentativi con ANTIBIOTICi specifici (in base alla teoria infettiva) e con CELLULE STAMINALI per ottenere la rigenerazione dei tessuti alterati.
Uno dei cardini del trattamento è la RIABILITAZIONE funzionale.
(Rivolgersi a centri specializzati)
UNA TEORIA recente sembra indicare come fattore o co-fattore causale (o scatenante) l’Insufficienza Venosa Cerebro-Spinale (CSVI), rappresentata da una stasi venosa delle vene cerebrali e spinali. Infatti le placche caratteristiche della malattia si formano in corrispondenza delle piccole vene che attraversano il sistema nervoso, come si verifica nell’insufficienza venosa cronica degli arti inferiori.
(Visitare. il capitolo sulla“Insufficienza venosa cronica primaria”)
In condizioni normali le vene cerebrali si svuotano nelle vv. giugulari interne e nelle v. vertebrali verso la “grande circolazione” della v. cava superiore (Fig.6) . Le vene spinali invece si svuotano attraverso piccoli plessi venosi che confluiscono nel sistema delle v. azigos (vene del torace) e delle v. lombari (vene dell’addome) che, a loro volta confluiscono nel sistema della v. cava superiore ed inferiore (Fig.7).
Al momento LA STASI VENOSA causata dall’Insufficienza Venosa Cerebro-Spinale è attribuita a malformazioni congenite o varianti anatomiche delle vene, a restringimenti, ostruzioni che provocano difficoltà nello svuotamento del sangue (freccia blu) o ad insufficienza delle valvole che provocano il reflusso (freccia rossa). (Visitare. il capitolo sulla “Circolazione venosa”)
UN CASO di una giovane donna con gravissimi disturbi motori (conserva soltanto il movimento di due dita della mano destra) (Fig. 5).
La RM dimostra una circolazione venosa bloccata nella vena giugulare interna destra (Fig.8).
E’ in corso una SPERIMENTAZIONE per lo studio delle alterazioni venose nella Sclerosi Multipla e su ipotesi di TRATTAMENTO, per ora limitato a dilatazioni delle vene stenotiche (ristrette) o contenti elementi anatomici anormali (setti, membrane o altro) che impediscono lo svuotamento venoso.
La novità deve essere considerata con molta cautela (evitando i facili entusiasmi) poiché le cause della malattia possono essere molteplici. Sono necessari nuovi tipi di indagine per poter affermare che la malattia dipende esclusivamente dall’Insufficienza Venosa Cerebro-Spinale. E’ in corso un ampio dibattito scientifico fra Chirurgi e Neurologi a questo proposito. Già negli anni ’90 alcuni studi eseguiti sulle vene giugulari di soggetti sani avevano dimostrato la non infrequente presenza di alterazioni strutturali analoghe non accompagnate da alcuna patologia neurologica. I risultati preliminari sono apparsi positivi, ma molte ricerche successive condotte a livello internazionale hanno sollevato non poche perplessità. Da ricerche più recenti condotte nel nostro Paese su oltre 2000 casi non è stata osservata alcuna correlazione fra la varianti anatomiche delle vene giugulari e la malattia.
Alcuni recentemente ipotizzano che la IVCS sia una conseguenza e non una causa della malattia. E’ necessario comunque che molto studio sia compiuto prima di fornire speranze e garanzie. Al momento attuale l’evoluzione della terapia farmacologica fornisce un notevole miglioramento dei risultati.